venerdì 21 dicembre 2012

Vdl: Il Natale di Pippi.

Per me è un classico e visto che La Nuova Frontiera l’ha ripubblicato da poco mi sembrava ideale da recensire per questo VDL prenatalizio.
“Il Natale di Pippi” di Astrid Lindgren è il racconto in parte scritto e solo in minima parte illustrato di come si preparerà Pippi al Natale, ovviamente alla sua maniera scardinando alcuni luoghi comuni di come si festeggia il Natale, innanzitutto la festa è del dopo Natale, ci sono dolci a volontà nessun adulto che ti dice cosa fare e non fare e tutti sono invitati anche chi l’invito non l’ha ricevuto.


A mio giudizio è un ottima idea regalo, soprattutto per chi cerca personaggi femminili al di fuori dei soliti schemi di principesse, fate e cenerentole varie.


Angolo vintage:

Visto che sono particolarmente legata a questo personaggio ho conservato gelosamente il mio libretto di Pippi di cui conosco a memoria tutte le storie ma non mi stanco mai di leggerle. Qulcuno di voi se lo ricorda? Anche voi avete conservato i vostri libri dell’infanzia? Se si, quali?


Vallecchi editore Collana Per i più piccoli – prezzo 1.000 lire.


KeAle.

L'iniziativa il venerdì del libro è del blog di homemademamma.

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martedì 18 dicembre 2012

Alcune idee per utilizzare la pula di farro.

Oltre a usare la pula come imbottitura per i cuscini, come quello dell'allattamento e sfruttare le sue proprietà di mantenere il calore si può adoperarla per creare dei softies veloci, come questi:



o come ha fatto Antonella, che gentilmente ha mandato una foto della sua creazione, dei portapane fatti in tessuto di cotone, double-face con all'interno la pula, che permette di tenere il pane caldo e fragrante e anche scongelarlo.


Voi avete altre idee su come utilizzare la pula di farro? Mandateci pure foto e link delle vostre creazioni con la pula a kemate@alice.it.

venerdì 14 dicembre 2012

VDL: Peppa Pig e alcune riflessioni.


L'altro giorno mi è caduto l'occhio sulla classifica dei libri del Corriere della Sera, sono rimasta colpita dal fatto che in quella dei ragazzi 7 libri su 10 erano di Peppa Pig, due dei quali li stiamo leggendo a nastro al piccolo di casa: Una gita nel bosco e L'armadio dei giocattoli, entrambi Giunti Kids, tascabili e cartonati come piacciono ai più piccoli.


Solo un paio di anni fa quando il grande aveva la passione di Stilton nella classifica c'era solo Geronimo o qualche altro componente della sua famiglia. Per cui i miei figli comprano best-seller! Ma spinti da che cosa? quali sono le motivazioni per cui scelgono quel tal libro piuttosto che un altro?
Pur frequentando piccole librerie e stando attenta al tipo di libro che viene scelto dai miei ragazzi alla fin fine incosciamente o meno siamo dei consumatori di libri da classifica! Ma è la pubblicità che li dirotta su questi libri? E' il passaparola tra i compagni? Questi sono dei meccanismi che funzionano benissimo se si parla di giocattoli ma funziona allo stesso modo anche per i libri?

Non credo ma sinceramente una risposta non l'ho ancora trovata, voi che ne pensate?

Se vi interessa questa discussione e Peppa Pig, potete andare a leggere anche il post del blog del Mondo di Ci.

KeAle.

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lunedì 3 dicembre 2012

Marionette da dita natalizie.

Ogni anno mi ripropongo sempre di riempire i sacchettini del calendario dell'avvento con oggetti di autoproduzione casalinga, ma puntualmente arrivo con l'acqua alla gola e i miei propositi si vanno ad infrangere miseramente.

Quest'anno invece sono partita alla grande e ho già fabbricato 5 regalini: sono le marionette da dita in pannolenci versione natalizia.


Le marionette da dita sono un evergreen a casa nostra ma non avevamo ancora niente di natilizio così mi sono buttata su soggetti non proprio originali, babbo natale, la renna, il pupazzo, l'albero e già mi mancava l'idea per il quinto che alla fine è stato il regalo infiocchettato.


Nei prossimi giorni farò delle altre marionette o dei piccoli addobbi per l'albero sempre in pannolenci perché è veloce da lavorare, in cantiere avrei l'omino di zenzero, il classico lecca-lecca bianco e rosso, un supereroe con cappello di babbo natale....avrei esaurito le idee, se avete dei suggerimenti fatevi avanti.

Occorrente per le marionette da dita:
-pannolenci di vari colori
-ritagli di pannolenci
-schizzi o bei disegni da ritagliare
-forbici, ago e filo


Fare le marionette è molto semplice di partenza vi serve una base del colore che vi interessa, io uso il contorno del mio pollice, fate qualche schizzo o prendete immagini già disegnate e cominciate a tagliare il pannolenci, usate i ritagli per fare tutti i particolari e ricordate che dovete sempre lavorare doppio perché c'è il davanti ma anche il retro! Assemblate davanti e dietro con il punto festone e la vostra marionetta è pronta per essere regalata.


KeAle.

venerdì 30 novembre 2012

VDL: L’ orco, il lupo, la bambina e il bignè.

A me piace perché ricorda un gioco di logica di tanti anni fa che mi ha fatto impazzire, al piccolo di casa piace perché uno dei protagonisti è un bignè e lo trova, ma come dargli torto, molto spassoso.


Ma se non avete i nostri stessi gusti “L’ orco, il lupo, la bambina e il bignè” di Philippe Corentin-Babalibri vi può colpire per le sue originali illustrazioni e/o per il divertente racconto.

Un orco è appena riuscito a catturare un lupo, una bambina e un bignè ma per tornare al suo castello deve attraversare un lago con una barchetta che può trasportare solo due persone, il problema è che non può lasciare sulla riva il lupo con la bambina perché la vuole mangiare e per lo stesso motivo la bambina con il bignè. Ci prova, dopo diversi tentativi sembra esserci riuscito quando all’improvviso…tranquille non vi svelo il finale.

Noi per ricordarci come va a finire ciclicamente lo prendiamo in prestito in biblioteca e tutte le volte non ci delude mai.

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lunedì 26 novembre 2012

Io l'ho fatto così: case con pula di farro.

Ancora esperimenti sulle case, dopo il precedente post sulla realizzazione di una città a misura di macchinine, ora è il turno delle casette morbidose.

L'idea l'ho vista da qualche parte su pinterest, la stoffa è Ikea; mi erano avanzati alcuni ritagli dopo aver realizzato una borsa e sono rimasti li fino a pochi giorni fa quando non sapevamo cosa fare, loro due muniti di pennarelli per tessuti si sono cercati la casetta preferita e se la sono colorata secondo il loro gusto personale, nel mentre io cercavo ritagli di tessuto da adoperare per il retro.


Se non si hanno i colori di tessuto si può prendere un'altra stoffa ikea già dipinta:



Il lavoro è molto semplice, dopo aver ritagliato la sagoma della casa, la si riporta sul tessuto da usare come retro, si fanno combaciare dritto contro dritto e si cuce lungo tutto il bordo avendo l’accortezza di lasciare una piccola apertura per rivoltare il lavoro.

Girato il lavoro si passa a imbottire la casetta, noi abbiamo utilizzato pula di farro,


i bambini si sono divertiti molto a riempire le proprio opere con la pula, metà è finita sul tavolo o per terra ma questa è un'altra storia!


Il risultato finale è una città morbidosa da comporre e scomporre a proprio piacimento:


ma in realtà le case si possono adoperare in mille modi, loro le hanno trasformate in bombe da lanciarsi addosso, tanto mamma non ci facciamo mica male, io le ho utilizzate come paraspifferi ad una finestra e dato che abbiamo impiegato la pula di farro come imbottitura perchè non sfruttare le sue proprietà? Così le nostre casette si possono anche scaldare al microonde e adoperarle al posto della borsa dell'acqua calda per far passare i vari di mal di pancia.

KeAle

venerdì 23 novembre 2012

Venerdì del libro: La collega tatuata.




Qualche volta alle Kemate piace postare un libro per adulti, alla KeElle in particolare piace di raccontarvi di libri che l’hanno rapita e l’hanno fatta vivere in un altro mondo per qualche ora. “La collega tatuata” di Margherita Oggero è stato uno di quei testi leggerini in cui mi sono immedesimata in fretta, una professoressa in un istituto tecnico che ha una bambina che vuole sempre avere l’ultima parola, un marito criticone (che però le vuole un gran bene), amiche un po’ folli, una passione per i gialli.

La protagonista affronta la vita con ironia e la vicenda è l’ambientata nella città dove ho passato gli anni più spensierati (quelli universitari!), insomma era un libro giusto per me. Il mio augurio di oggi è che tutti voi troviate il vostro che sia cartaceo o digitale, spero che abbiate sempre qualcosa da leggere che vi possa far vivere avventure o sentimenti che magari la vita di tutti i giorni non vi riserva, o che vi piace proprio perché vi ricorda voi e il vostro modo di essere e di affrontare le giornate.


La KeElle



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lunedì 19 novembre 2012

Inventarsi una città.

Ho scoperto di avere in casa un futuro architetto che ha le idee ben chiare di come vuole la sua città, va bene non è una città vera ma solo di fantasia però mi sembra un buon inizio: avevo intenzione di costruirgli una pista per le macchinine, diciamo che l’intenzione c’era ma mancava il tempo di realizzarla. Complici alcuni giorni di malattia siamo riusciti a crearla.


Ho realizzato la pista con scarti di tessuti in lana poi ho passato la palla a lui dicendogli cosa ci metteresti? Così sono nate le case colorate, il benzinaio, il treno, l’aereo, il razzo, il fuoco che puntualmente viene spento dal camion dei pompieri di turno, il mio apporto è stato quello di inserire le montagne, il boschetto e il mare, insomma la mia impronta naturalistica. Le grandezze dei vari elementi sono completamente sballate c’è chi è piccolo o chi è molto grande a seconda del momento in cui è stato realizzato, dell'ispirazione e di quanto era grande in partenza il ritaglio di pannolenci scelto, insomma come veniva veniva.

Il progetto è comunque ancora in fase di realizzazione perché il piccolo di casa vorrebbe inserire dentro: la galleria del treno, la caserma dei pompieri, un bambino che porta a passeggio un cane, la terra per far lavorare i mezzi di lavoro…..ogni giorno c’è una nuova richiesta ed io non riesco a stare dietro alle richieste del committente; ma intanto si gioca con la pista e infatti è già molto vissuta e i pezzi in pannolenci sono già ricoperti di pelucchi, sto cominciando a odiarlo questo materiale mi piace perché si lavora facilmente non ha bisogno di nessuna rifinitura però accidenti se si rovina subito, voi avete qualche suggerimento?

Che cosa inserireste nella vostra città ideale?

KeAle

venerdì 16 novembre 2012

Venerdì del libro: le puzze dell’elefante


Ci sono testi che in una biblioteca per bambini non devono mancare e quello di cui vi parliamo oggi è uno di quelli. Le puzze dell’elefante di Pittau e Gervais (il Castoro edizioni) è un libretto scritto in stampatello maiuscolo che si legge in pochi minuti e che racconta la storia esilarante di un Elefante che fa sempre le puzzette, provocando notevoli disagi sia in termini di odore che di rumore, gli altri abitanti della città lo cacciano nella foresta ma lui non teme ne serpenti ne leoni feroci, perché gli basta “sganciarne una” che rimangono tutti a terra tramortiti.

Gli amici dell’elefante però dopo un po’ si accorgono che la città è anche troppo silenziosa quindi tornano a cercarlo e gli trovano un lavoro adatto a lui: gonfia palloncini nel parco, ovviamente con il suo gas speciale, e poi li regala a tutti. Il primogenito perfettino si è chiesto se poi quando scoppiano questi palloncini non siano tossici, la bestiolina rideva come una matta, la mamma ha trovato geniale l’idea che si trovasse un impiego di questo genere e soprattutto che l’elefante venisse accettato con tutti i suoi difetti!


La KeElle



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lunedì 12 novembre 2012

Convegno "L'editoria per l'infanzia volta pagina."

Abbiamo ricevuto un invito a partecipare a questo convegno sull'editoria dell'infanzia (domenica 18 novembre a Milano) dal titolo “L'editoria per l'infanzia volta pagina. Riflessioni e domande sul libro del libro per l'infanzia.” Promosso tra gli altri da Babalibri, avendo una particolare passione per questa casa editrice le Kemate rilanciano dal loro blog quest'iniziativa. I dettagli li potete trovare a questo link e il programma è scaricabile da qui.

Noi purtroppo non parteciperemo perché siamo già impegnate da un'altra parte, però seguiremo il dibattito a distanza.

Noi Kemate siamo ferme alla preistoria, a noi piace la carta, piace toccare un libro, sfogliarlo con i nostri bambini, piace addirittura il profumo di alcuni tipi di carta, ci piace passare il nostro tempo a spulciare gli scaffali della libreria o della biblioteca, ci piace scovare l'affare alla bancarelle dei libri usati...sappiamo che i nostri figli saranno molto più tecnologici di noi, ma per ora ci godiamo la bestiolina che strappa la bocca pop-up del lupo di cappuccetto rosso perché le fa paura o il piccolo di casa che vuole sentire quanto è ruvida la ruota di un trattore rispetto alla ruota di una macchina da corsa.

Siamo ancorate alle nostre librerie di fiducia, dove ci conoscono, conoscono i nostri figli e i loro gusti. Per ora la tecnologia è relegata ad altro,gli ebook a casa nostra non sono ancora arrivati.

Voi cosa ne pensate di app e ebook?

venerdì 9 novembre 2012

Vdl: Che cosa fare quando piove.

Le giornate si accorciano e il tempo di stare in casa si allunga, per non stare tutti i momenti a inventarsi cose nuove e strabilianti da fare per far passare i pomeriggi ai propri figli possiamo appoggiarci a un buon libro, questo sempre, ma in particolare si può pensare di combattere la noia se questo libro si intitola “Che cosa fare quando piove” è di Richard Scarry, e ha pagine da colorare, da ritagliare e da incollare.


Si passeranno interi pomeriggi a sfogliarlo per decidere cosa fare, si tagliuzzerà, si riempirà la casa di striscioline di carta, di colore, si rovesceranno barattoli di colla e alla fine belli soddisfatti si potrà dire di aver creato con le proprie mani un calendario personalizzato, biglietti natalizi, etichette per i libri, costruito mezzi di lavoro, unito puntini, imparato i numeri e l’alfabeto…tutto in un unico libro che oltretutto è la ristampa di un libro che avevo da piccola, se questo non è una garanzia, ditemelo voi.

Il libro abbinato a un paio di forbici e una scatola di colori diventa anche un ottima idea regalo per bimbi dai 3 ai 6 anni.

KeAle.



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lunedì 5 novembre 2012

Mamme che si reinventano: Nadina

Oggi per il nostro appuntamento mensile “Mamme che si reiventano” vi presentiamo Nadina, amica preziosa e molto creativa, le ho chiesto di raccontarci la sua storia perché certe volte nella vita ci vuole coraggio e la sua famiglia ne ha mostrato tantissimo.

Per anni non ho pensato di volere o potere fare un altro lavoro. A 19 anni ho trovato il lavoro che volevo fare: la programmatrice di computer, mi dava soddisfazione costruire qualche cosa che poi funzionava, dire a queste macchine, che vent'anni fa sembravano infernali, come comportarsi mi faceva stare bene. Poi è arrivata la crescita professionale: che soddisfazione! Parallelamente il matrimonio e il primo figlio che ha stravolto la mia vita. Prima immaginavo la maternità come una cosa solo positiva, piena di gioie e di allegria, Lorenzo però nasce con una malformazione ai piedi e il mio mondo di favole, il mio matrimonio e anche il mio lavoro passano in secondo piano. Ora che sono passati quasi 15 anni e che tutto si e' risolto, posso dirvi che quello e' stato il momento in cui le mie priorità hanno iniziato a farsi chiare, anche se per ancora po’ di anni la mia carriera è stata molto importante. La sensazione era di stare dentro una lavatrice: (il lavoro,che assorbe molto di più delle 8 ore pagate, notti comprese, l'essere madre per il tempo rimanente, con i sensi di colpa che s'impossessano sempre più di me, essere moglie) con la centrifuga che si aziona e io che non riuscivo più a vedere fuori dall'oblò. Fino a che mi sono resa conto che tutto andava in una direzione che non mi piaceva, che non era la vita che avrei voluto, allora ho iniziato a mettere i puntini sulle “i” e a provare a cambiare le cose.

Noi ci siamo riusciti, io e mio marito, lui a 40 anni ha mollato il suo lavoro di sempre (commerciante nel locale che era stato di suo nonno e poi di sua madre ) per qualche cosa che lo gratificasse di più, io ho iniziato a riprendere i miei tempi e spazi sul lavoro e poi .... nasce Gabriele, voluto con tutte le nostre forze. Lorenzo era ormai un ometto di 7 anni che chiedeva un fratellino con cui giocare quando io non ero a casa. Mi sono fatta tutta la maternità accanto a loro, al mio rientro al lavoro chiedo di non fare più le trasferte a Milano due o tre volte alla settimana come in precedenza. Mi rispondono che la mia posizione di responsabilità comportava anche queste trasferte (si sa il lavoro informatico non si può fare a distanza!! ), l'unica soluzione era chiedere un orario part-time, consapevole che questo mi avrebbe escluso da qualsiasi cosa ( nella mia ex-azienda i part-time venivano esclusi da corsi di formazione/aggiornamento, aumenti salariali, gratifiche ... ); era quello che volevamo fortemente, non volevo lasciare i miei figli ad asili nido (seppur ottimi) o ai nonni, così per 6 anni ho ripreso il controllo della mia vita e della nostra famiglia.

A gennaio 2012 arriva la doccia fredda: l'azienda decide di trasferire la sede a Milano, i part-time vengono invitati al rientro a full-time e l'azienda mette a disposizione una navetta per “facilitare” gli spostamenti ( partenza alle 6:30 e rientro previsto per le 20:00 salvo imprevisti ). Sei mesi d'inferno, di rabbia, di tira e molla, di notizie ufficiose che non diventavano ufficiali, di “e adesso cosa faccio??”. Mio marito contestualmente perde il lavoro ( l'azienda di cui è dipendente, fallisce). Lui continua a dirmi “tu a Milano non vai !”. Ricordo un nostro viaggio a Milano, passiamo davanti alla sede della mia ditta, lui ferma la macchina, guarda lo stabile, guarda me e mi dice “io qui non ti mando neanche un giorno, mettitelo in testa!”. Io molto combattuta, tutti e due senza lavoro e poi ? Dopo 5 mesi una mattina vado in ufficio e all'ennesima tensione vado dal mio capo e gli dico “Dimmi quando vi trasferite e quanto preavviso devo dare perchè io mi licenzio!”. Che liberazione! Ovviamente qualche conto economico me l'ero fatto.

Dal 01 luglio sono a casa, faccio la mamma, la moglie e ci stiamo reinventando insieme. Ci siamo resi conto che uno dei nostri sogni nel cassetto, mio e di mio marito, era di lavorare insieme per cui stiamo progettando la nostra nuova attività di commercio prodotti alimentari locali in forma itinerante e su web. Anzi facciamo due passi indietro, da luglio a settembre ci siamo presi una pausa e abbiamo passato tutto il tempo disponibile con i nostri figli, per loro, ricaricando le nostre energie per partire entusiasti e motivati a settembre. Devo dire che ha funzionato e ora non riesco quasi a valutare le difficoltà che sicuramente incontreremo. Vorrei potervi scrivere le parole “Lieto fine” ma in realtà siamo all'inizio di un nuovo viaggio e non ho la sfera magica ma nel mio cuore so che se lo ascolterò le cose non potranno che andare per il meglio.

Nadina.


P.S. seguendo da vicino la vicenda di Nadina e della sua famiglia sono rimasta allibita dall’ottusità del mondo del lavoro: non l’hanno lasciata lavorare con il telelavoro anche se garantiva di andare a Milano una volta la settimana e mi è rimasta nelle orecchie la frase di un direttore che le disse “Per me è stata una vera delusione quando hai scelto la famiglia!”. Forse doveva andare così, nulla accade per caso...

La KeElle

lunedì 29 ottobre 2012

Io l’ho fatto così….portafoto con i vasetti di vetro.


Sul sito greenMe.it si trovano un sacco di consigli simpatici e utili, attraverso facebook ogni tanto leggo i 20 modi per riutilizzare qualche oggetto, mi è piaciuta molto l’idea di usare i vasetti di vetro come portafoto. Siccome come creativa sono una brava ideatrice ma una pessima realizzatrice mi sono limitata a inserire foto di diversa grandezza nei vasetti e abbellirli con qualche fiocco, ma so che voi tutte farete di molto meglio. Io ho trovato più adatti, per la particolare forma, i vasetti della famosa crema di nocciole che in casa nostra solo il KePapà idraulico può permettersi di divorare. Il primogenito perfettino mi ha fatto notare che tagliandole nel modo giusto di foto se ne possono mettere due così è un portafotografie da qualunque parte lo si guardi!


La KeElle

mercoledì 24 ottobre 2012

Stelle filanti.

Le Kemate vi lanciano una nuova sfida... quale è la casa più assurda che avete tenuto e siete riusciti a riciclare? Io e la KeAle siamo famose per non riuscire a buttar via niente (o quasi) senza aver prima pensato in cosa potrebbe trasformarsi l'oggetto in questione, il KePapà idraulico (che pure tiene le sue camice e le sue maglie da portiere di quando aveva 14 anni) negli ultimi tempi sta cercando di boicottare le mie forme di riuso creativo.


L'altro giorno mi ha fatto notare che in una scatola ho ammassato una quantità indescrivibile di pezzetti piccolissimi di cartoncino colorato e di stelle filanti usate e sfilacciate, ovviamente sono stata prontissima a spiegare che servono per quando creiamo opere d'arte con i nostri piccoletti, ma lui mi ha fatto notare che sono tre gli scatoloni pieni di scarti per creare... io allora ho provato a inventarmi altro e ho usato le stelle filanti sfilacciate per fare il fiocco di un pacco regalo.


Lui si è limitato a sorridere scuotendo la testa, so che non mi butterà nella raccolta della carta tutte le stelle filanti che sono rimaste, non tanto perché io l'abbia convinto che tutto ciò che tengo è utile quanto perché teme di non trovare più le sue maglie da portiere di quasi trent’anni fa!!!

La KeElle.

venerdì 19 ottobre 2012

VDL: Mangia (bene) che ti passa.



Reduce dall'ennesima riunione a scuola in cui qualche mamma solleva il problema della mensa che (per fortuna dico io!) offre cibi troppo sani e perciò poco graditi (secondo molte mamme) ai bambini, ho deciso di postare “Mangia (bene) che ti passa” di Luciano Proietti che ho avuto la fortuna di conoscer come pediatra.

Io sono fortunata, i miei figli mangiano di tutto, adesso che sta crescendo ogni tanto il primogenito perfettino rifiuta qualche verdura ma non si alza mai da tavola se non ha trovato una verdura alternativa o un frutto. La bestiolina non ha ancora trovato cosa non le piace, sostiene che non le piacciono i peperoni crudi, però in ogni occasione che li trova in tavola prova ad assaggiarli, fosse mai che ha cambiato idea nel frattempo.

Il libro di Proietti mi aveva entusiasmato da subito, per me non esistono vangeli, e questo testo non fa eccezione, però c'è una parte in cui spiega come il momento del pasto deve essere un momento piacevole, di ritrovo, di unione e di condivisione.

Io sono di origine contadina il pasto è un momento sacro in cui ci si ritrova tutti e ci si racconta cosa è successo nella mattinata/giornata, è il momento in cui si fanno progetti, si chiedono consigli, si danno le belle notizie, e qualche volta purtroppo anche quelle brutte. Sia nella mia casa di origine che in quella attuale la tv non è presente in cucina, perché distrae e non lascia spazio alla conversazione. Ancora oggi durante la settimana sono molte le volte in cui seduti a tavola tutti insieme, ci sono rappresentate quattro generazioni. Se siete alle prese con lo svezzamento, o con bambini inappetenti, o sempre acciaccati è un libro che dovete consultare, buona lettura!


La KeElle

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venerdì 12 ottobre 2012

Vdl: Rosa confetto e le altre storie.


Da quando è nata la bestiolina mia mamma ha un chiodo fisso ed è recuperare i testi di Adele Turin, che leggeva a me da piccolina e che ogni “femmina” secondo lei deve avere. Girovagando su internet li abbiamo trovati e acquistati tutti in un unico tomo: “Rosa Confetto e altre storie”, ovviamente appena è arrivato ho letto tutte le storie di un solo fiato provando una strana sensazione a metà tra la nostalgia, l'amarezza e la commozione.

Non so se sono ancora storie attuali, non so se possono piacere alle bambine di oggi, non so nemmeno se mi piacevano tanto quando ero piccola, o se mi piaceva stare con mia mamma che me le leggeva... so che, ogni volta che leggo alla bestiolina quel libro, c'è una voce dentro di me che tifa per l'elefantina che non vuole essere come tutte le altre, e per la tartaruga che non si rassegna ad essere una moglie che ha tutto ma non può fare niente.

La KeElle.


P.S appunto per la KeAle se arriva una piccola Kemate già lo sai che questo libro ti tocca!



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martedì 9 ottobre 2012

Oggi giochiamo a … fare i compiti o a costruire un tunnel?

Il primogenito perfettino era entusiasta di fare i compiti e prima di sera dell’ultimo giorno di scuola ne aveva già fatti moltissimi, ovviamente con i piaceri delle vacanze e l'inizio della scuola l’interesse per i compiti è sceso in picchiata, ho cercato di inventarmi sempre qualcosa di nuovo per farlo divertire ma ho scoperto che soffre la mia presenza di mamma chioccia, ho provato lasciarlo organizzarsi la giornata e per puro caso in quei giorni ci siamo dimenticati di fare i compiti…


mi serviva un idea pazzesca per farlo innamorare di nuovo del suo libro delle vacanze, l’idea me l’ha data proprio il libro che gli insegnava a fare un tunnel semplicemente con quattro sedie, del filo e fogli di giornale.


L’idea è semplicissima e ho letto che è stata presa da Gioco Scienza Editoriale Scienza, si tende un filo (noi abbiamo usato la lana, ma forse lo spago è più adatto) tra due sedie, poi si mettono i fogli di giornale a cavallo dello spago per formare la prima parete, con altre due sedie si costruisce l’altra parete e la si avvicina alla prima lasciando giusto il posto per passarci a gattoni, si tende poi un filo al centro e mettendo a cavallo di questo dei fogli aperti si realizza la copertura. Il primo tunnel realizzato ì non è durato molto perché ci passavano dentro esseri che sembravano molto di più cinghiali che bambini, ma ci siamo divertiti un sacco a farlo e soprattutto a rifarlo e ricostruirlo ancora e ancora e ancora…


La KeElle

venerdì 5 ottobre 2012

VDL: Il guerriero misterioso.

Sicuramente ha un acronimo, o comunque un nome identificativo, io naturalmente non me lo ricordo, è quella che chiamano Sindrome da stress di ritorno dalla vacanze, ne soffriamo un po' tutti e negli anni si è scoperto che una cura c'è, esiste e consiste nell'accompagnare la ripresa al lavoro o a scuola con la lettura di un buon libro (fonte Radio Capital).


Il primogenito perfettino per curarsi ha scelto “Il guerriero misterioso” di Janna Carioli e Luisa Mattia, Lapis edizioni. La storia gli è piaciuta un sacco è ambientata nell'Egitto dei Faraoni, protagonisti sono bambini che si sfidano in avvincenti prove: la corsa, il tiro con l'arco, la lotta con i bastoni.
Il libro è provvisto anche di un piccolo glossario che insegna loro termini particolari, o perché in disuso o perché appartenetni alla cultura egizia. Non so sé è stato merito del testo ma il rientro a scuola è stato molto piacevole...

La KeElle


P.S appunto mentale non regalare al primogenito perfettino libri che appartengono ad una serie (questa ad esempio è una storia completa ma appartiene alla serie “All'ombra delle Piramidi”), la sua perfezione gli impone di dovere avere tutti i titoli!




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lunedì 1 ottobre 2012

Mamme che si reinventano.

Non è da molto che ho trovato un preoccupante articolo su D La Repubblica delle Donne (vorrei citarvi il numero ma ovviamente nel mio perfetto disordine in questo momento non lo trovo!) sulla situazione lavorativa di donne in carriera che decidono di diventare mamme. Quello che mi ha sconvolto era leggere di figure manageriali anche di alto livello che al ritorno dalla maternità sono state relegate a piccoli spazi e lavori assurdi tipo far niente! Ricordo che fra queste era citata la donna che ha fatto diventare famosa la Red bull in Italia. Perché si pensa che la maternità tolga alla donna la capacità di lavorare come faceva prima?! Quello che mi ha fatto piacere è leggere che, piuttosto che stare in un ufficio stipendiate per far niente, molte donne si sono licenziate e hanno iniziato una vita nuova con un lavoro in proprio, in qualche caso sono diventate concorrenti dei vecchi datori di lavoro. Nel mio piccolo le mie due gravidanze mi hanno dato un’energia che pensavo di non avere e l’idea di costituire la Kemate snc con la socia di sempre, anche nei momenti più difficili (per esempio quando arriva l’INPS da pagare!) so che le mie mille attività mi tengono viva, così come fanno i miei figli e il mio compagno…
La congiuntura economica di questi tempi non aiuta ma io ho conosciuto donne che, come me ci provano, e nonostante tutto cercano una vita che consenta loro di coniugare affetti e lavoro.


Nei prossimi mesi mi piacerebbe raccontarvi un po’ di storie positive di donne che ci provano (e che magari poi ce la fanno anche!!!). Inizio a raccontarvi la storia di una cugina speciale come sanno essere (quasi) solo le mie cugine! Avevo chiesto ad Elisa di scrivermi due righe su di lei ma non riusciva mai ad inviarmi niente, così ho scritto una mini cronaca di quello che secondo me le era successo glielo ho inviato per l’approvazione e lei mi ha restituito questo bellissimo documento che adesso leggerete e che, lei dice, scriverlo è stato anche un po’ terapeutico.

La Keelle.



Non mi sono mai immaginata mamma, non ho mai avuto la certezza che prima o poi mi sarebbe capitato di diventarlo, o forse queste sensazioni hanno sempre fatto parte di me in un modo così naturale da non percepirle come un vuoto da colmare... Per cui quando nel Gennaio 2009 abbiamo saputo che ci saremmo trasformati in una mamma ed un papà ci è sembrato tanto impossibile, quanto normale. Dopo aver fatto esperienze lavorative di vario genere ed aver dedicato anni agli studi, pensavo di aver trovato la situazione lavorativa che facesse per me, in una ditta florovivaistica, che conciliava la mia passione per il “green” e il mio percorso di studi. Dal 2005 lavoravo stabilmente nella stessa ditta con sempre crescente competenza e responsabilità, proseguivo quest'esperienza perché ero convinta e contenta del lavoro che stavo imparando, anche se le difficoltà erano molte, a partire dagli inquadramenti contrattuali molto scarsi, le difficili relazioni con alcuni colleghi e l'anarchia gestionale dell'azienda.

Sempre nel 2005 conosco Alberto: l'amore della mia vita, siamo anime gemelle, conviviamo prima di subito, nel 2007 ci sposiamo, nel 2008 compriamo casa con relativo mutuo sul groppone e... nel gennaio 2009, un giorno che il mio ciclo era in ritardo ho abbassato lo sguardo verso il seno e capisco che è in arrivo Giacomo: impossibile, meraviglioso, terrificante, splendido! Siamo felici e pieni d'amore e di paure, molte dimostrazioni d'affetto, ma non da chi lavora fianco a fianco con me. Inizia una crociata distruttiva nei confronti della mamma che sarò, riservandomi trattamenti psicologici squalificanti, sembrava fosse matematico che io non avrei avuto mai più lo stesso interesse e impegno per il mio lavoro, salvo impormi lavori fisicamente impensabili per una donna incinta.

Io sono cocciuta ed ho una gravidanza che procede ottimamente, per cui decido di accettare la sfida: lavoro, mi faccio i chilometri a piedi sotto la neve per andare al lavoro anche se nevica (parlando a Giacomino nella pancia e facendolo complice di questa sfida), non perdo un'ora neppure per fare i controlli e le ecografie, non accetto l'invito a starmene in maternità anticipata... insomma: cerco di far di tutto per essere trattata da Elisa. Non vengo più coinvolta in nessuna questione lavorativa perchè tanto poi starò a casa in maternità, arriva Agosto e scatta la maternità obbligatoria e finalmente me la godo: mi lascio andare alla nuvoletta d'amore che incombe su noi tre. Il 12 Ottobre nasce Giacomo: bello come il sole... la cosa più meravigliosa che possa capitare ad una coppia che si ama.

Passano i mesi, tra i più belli della mia vita, e si avvicina la fine dell'astensione obbligatoria, mi faccio coraggio e avviso al lavoro che avrei usufruito di due mesi di facoltativa (me ne concedo solo due!!! grosso errore!)... giunge Marzo e rientro al lavoro. Tutto è diverso. Io sono diversa. Quel mondo di super donne non mamme non mi appartiene. Chiedo di iniziare con orario ridotto visto il momento di poco carico lavorativo: per un po' mi viene concesso. Poi mi viene richiesto di dare una disponibilità totale e di rinunciare alle ore di allattamento. Ora sono una donna diversa, sono una mamma, il lavoro mi serve e mi piace ma non ci sto a svendermi ora che ho Giacomo che mi aspetta. Facciamo i salti mortali (e i nonni con noi) per evitare il nido e per “esserci” al lavoro ma anche a casa, continuo ad allattare Giacomo, sono stanca e insoddisfatta, piango perché l'ambiente lavorativo non mi riguarda più, non mi valorizza, anzi mi demolisce... non capisco e sto male. Sicuramente non è un caso che tra la primavera e l'estate viviamo una delle peggiori epidemie di bronchite, il mio senso di inadeguatezza aumenta insieme a quello di colpa. Penso che stiamo andando verso la distruzione: non sono serena, al lavoro non smettono di torturarmi emotivamente e decido di mollare.

I responsabili non accettano e mi spostano in un altro settore dove non sarei più stata a stretto contatto con le persone che mi riservano tali trattamenti. Ma l'esperimento non funziona. Le torture proseguono, io raggiungo i 36 chili ed il mio Alberto non mi riconosce... BASTA!!! Qualcosa faremo, ma voglio tornare a sorridere e a godermi la mia famiglia splendida e tutta da inventare, per fortuna Giacomo è un bimbo delizioso e i nonni amorevoli ci stanno vicino. Sono spalleggiata da tutti e decido di godere della restante facoltativa dal Dicembre 2010, sapendo che non rientrerò a lavorare: mai fatta una scelta più difficile e più giusta. Qualche mese di crisi e paure e di duro lavoro per raccogliere i pezzi di me e ricompormi ed ecco che facendo mille lavoretti riusciamo magicamente ad andare avanti e a sorridere... decidiamo che vogliamo in qualche modo renderci autonomi, perchè anche Alberto, che è nel settore tessile, inizia a pensare di poter essere autore della sua vita lavorativa.

Imbastiamo un progetto e ci lavoriamo per qualche mese pensiamo all'avviamento di un'azienda agricola, che riassume la nostra più grande passione, ma desistiamo: troppe difficoltà, non ce la facciamo, intanto matura in noi il desiderio di aumentare il nostro livello di benessere, NON ECONOMICO, ma qualitativo... pensa che ti ripensa... decidiamo di rilevare la bottega del paesino in cui viviamo! Nel raggio di due chilometri avremmo casa, scuole e lavoro, lavoreremmo forse di più, ma saremmo più liberi. Inizia una lunga trattativa che ci porta qui: il 4 Maggio apriamo “C'era una volta”, botteguccia di paese che tratta alimentari, giornali e riviste, articoli di vario genere che si devono trovare in un'attività di paese. Ce la facciamo, incredibile, senza avere un soldo in tasca... ce la facciamo!!! Siamo la dimostrazione vivente del “volere è potere”... la vita ora è molto più intensa, è proprio vero che non si stacca mai e le ore non si contano: fornitori, HACCP, pulizie, contabilità, ecc... ma che soddisfazione sentirsi attori della propria commedia! Nel frattempo io e Alberto stiamo cambiando e acquisendo maggiore sicurezza e padronanza di noi stessi, quasi se da operai fossimo stati a guardare... una nuova energia ci pervade. Giacomo al mattino sta coi nonni e al pomeriggio, dopo la nanna viene in Bottega a giocare con gli amici della Piazza, poi si vedrà: a Settembre comincerà la materna e tutto cambierà un'altra volta... un altro giro di giostra... di strada ne abbiamo molta da fare, faremo molti errori e ci risolleveremo, insieme.


Se sei un genitore che si è costruito una vita nuova per cercare di coniugare lavoro e famiglia scrivici la tua storia a kemate@alice.it

venerdì 28 settembre 2012

VDL: Che prepotente.


Questa settimana presento un libro per bambini che riesce a parlare di prepotenza e arroganza ad un pubblico molto giovane (è consigliato dai 3 anni),“Che prepotente!” di Stuart Trotter, la Coccinella.


Certi concetti non sono mica facili da spiegare a un bambino, in questo libro sono sufficienti poche immagini e poche parole per chiarire il significato di prepotente e sgarbato.

Grosso Pippo è un ippopotamo prepotente, gira nella foresta accaparrandosi gli oggetti con cui giocano gli altri animali, li prende senza chiedere posso, scusa, grazie, per piacere.
Fino a che non calcerà un nido di vespe scambiandolo per un pallone, a quel punto circondato da vespe che lo pungono ovunque chiederà l'aiuto agli altri animali pronunciando le paroline magiche “per favore”.

A noi è stato utilissimo, quando in casa qualcuno alza la voce, o risponde male o si dimentica di chiedere per favore scatta l'automatismo di dire sei prepotente come Grosso Ippo, basta citarlo per ottenere subito le scuse.
Risultato ottenuto, libro approvato.



KeAle.



L'iniziativa il venerdì del libro è del blog di homemademamma.

Se vuoi vedere i nostri precedenti VDL li trovi qui.

martedì 25 settembre 2012

Io l’ho fatto così…Timbri con le patate

Era una bella giornata di sole, eravamo in montagna a godere di fresco, aria buona e totale assenza di automobili, i bambini tornavano a casa solo per rifocillarsi o per qualche bisognino, alla sera si addormentavano stremati e felici, a me hanno chiesto solamente di mantenere due tradizioni: una la caccia al tesoro in occasione della festa di compleanno di un amichetto, l’altra quella di fare gli gnocchi di patate tutti insieme. Per la caccia al tesoro me la sono cavata discretamente, ma quando siamo entrati in cantina a cercare le patate per fare gli gnocchi, ne abbiamo trovata solo una vecchia e abbastanza striminzita, accidenti, in pochi minuti bisognava trovare un’idea da realizzare tutti insieme.

Avevo letto su diversi testi che parlano di giochi naturali e a costo quasi zero che è possibile fare dei timbri con le patate, occorreva solo un po’di colore a tempera, che noi ovviamente non avevamo ma non ci siamo persi d’animo.


Abbiamo diviso la patata per tutti i partecipanti al gioco, ognuno ha disegnato la forma che desiderava (io non sono intervenuta ho lasciato libero sfogo alla fantasia!) poi abbiamo inciso e scavato il contorno delle varie forme (e qui volendo che tutti restassero con tutte le dita della mano, ho aiutato un pochino i più piccoli), abbiamo radunato vecchi pennarelli e vecchissimi acquarelli e devo dire che ci siamo divertiti parecchio.



Il primogenito perfettino ha commentato che la cosa più bella della giornata era stata realizzare i timbri: perché era una attività prevista dal suo libro delle vacanze estive e così senza accorgersi e divertendosi aveva un compito in meno da fare!

La KeElle

venerdì 21 settembre 2012

Vdl: Stelle, galassie e misteri cosmici.


Quando guardate il cielo stellato e allo stesso tempo siete bombordate da mille domande su cosa sono le stelle, quanto lontano sono, di chi cosa sono fatte, del perché brillano e tentennate nel vano tentativo di fornire delle riposte veritiere e semplici, beh siamo nella stessa barca e sarà utile anche a voi, oltre che ai vostri pargoli, la lettura di “Stelle,galassie e misteri cosmici, ovvero tutto sull'universo” di Jonathan Lindstrom, Editoriale Scienza.

E' un viaggio dalla Terra all'Universo come recita l'introduzione. Ci sono spiegazioni molto semplici di argomenti parecchio complessi, si parte dall'atomo ma come si fa spiegare l'atomo a un bambino? Per l'autore è molto semplice infatti porta un esempio chiaro per tutti i bambini: “gli atomi sono come pezzi di lego che possono essere combinati a formare un po' di tutto, come te, per esempio.” Ovviamente, per dei piccoli amanti dei Lego, questa frase affascina molto e vedrete che saranno stimolati a prendere i mattoncini colorati o meglio gli atomi colorati per costruire qualcosa.

Ma ci sono tante curiosità e informazioni scientifiche sull'universo da perderci intere serate, che ne dite del capitolo “pizze stellari”? Definizione bizzarra per descrivere le galassie e vi assicuro che rende molto bene l'idea.

Dopo questa lettura riuscirete a rispondere in maniera convincente e spedita a (quasi) tutti i perché sull'universo, e scusate non è una roba da poco.

L'iniziativa il venerdì del libro è del blog di homemademamma.

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KeAle.

lunedì 17 settembre 2012

Cronaca di una avventura culturale. Atto secondo.

Ogni anno dal 2007 ospitiamo per dieci giorni tra agosto e settembre, artisti stranieri che partecipano al Simposio Internazionale di Arte Contemporanea, organizzato dalla Proloco di Occhieppo Inferiore (BI). Ospitare spesso persone provenienti da diversi angoli della terra è un bel modo per far vedere il mondo ai miei figli senza muoversi da casa.

Il programma dell’evento prevede che gli artisti lavorino tutto il giorno, ogni sera c’è un appuntamento diverso (famoso quello in cui sono gli artisti a cucinare la cena!), e una giornata è dedicata a far visitare agli ospiti qualcosa di carino presente nei dintorni. Quest’anno gli organizzatori avevano pensato di andare ad Aosta per la mostra di Kandinsky, dopo l’entusiasmo che aveva accompagnato la visita alla mostra “I Giganti dell’avanguardia” abbiamo approfittato dell’occasione ghiotta e, io la bestiolina, il primogenito perfettino e il nipote sapone (come lo chiamiamo noi perché vuol sapere tutto!) ci siamo accodati. Il viaggio di andata non è stato dei più semplici nel tentativo di risparmiare un po’ non abbiamo fatto l’autostrada e la statale oltre che più lunga era più tortuosa, la bestiolina e il primogenito perfettino non ne potevano più dal caldo e il nipote sapone era un po’ intimorito dagli strani soggetti (un’ungherese che vive in Francia, un ungherese che parlava spagnolo e uno spagnolo che tifava Real Madrid e non Barcellona!) che occupavano i restanti tre posti della KeAuto.

Quando finalmente siamo arrivati ad Aosta però abbiamo subito capito che sarebbe stata una giornata speciale: non c’era neanche una nuvola e l’aria era frescolina, la bestiolina si era risvegliata dal pisolino in auto di ottimo umore, i cuginetti fremevano per la mostra. Il centro di Aosta è molto carino e non me lo ricordo mai, i bambini erano entusiasti di tutti i “reperti” romani che riuscivano a intravedere e delle tegole (biscotti tipici aostani) che offrivano loro. Quando siamo arrivati alla mostra abbiamo ricevuto una piacevolissima sorpresa: il prezzo del biglietto era di soli 5 euro e i ragazzi fino a 18 anni non pagano (così al ritorno ci siamo potuti permettere l’autostrada!), la prima sala che abbiamo visitato ha entusiasmato i bambini perché vi era un pianoforte a coda che sembrava suonato da un fantasma, invece, mi hanno spiegato seri, era guidato da un computer. In ogni sala il gioco che facevamo era lo stesso si guardavano tutti i quadri e ognuno diceva quale era il suo preferito e a cosa gli faceva pensare, subito il primogenito perfettino era un po’ deluso che non ci fosse una guida audio con cuffiette che tanto gli era piaciuta alla scorsa mostra, ma poi si è lasciato prendere dal gioco. Alla bestiolina piacevano tutti i quadri e aveva una spiegazione fantasiosa per ognuno, i maschietti invece avevano preso la cosa seriamente e parlavano da veri critici d’arte.

Terminata la visita ai quadri di Kandinsky una amichetta ci ha comunicato che c’era anche da vedere un bellissimo museo al piano di sotto, naturalmente non ce lo potevamo perdere: era il museo archeologico. Ora non so dirvi cosa sia piaciuto di più ai tre pupi, sei i colori e le forme fantastiche dei quadri di Kandinsky o i vari reperti tra cui è rimasta particolarmente impressa un antichissima spada in ferro, pettini e gioielli di un tempo passato (molto passato).

Abbiamo proseguito la giornata con un pic-nic all’area verde del castello di Fenis, il cielo continuava ad essere molto limpido, l’aria fresca, l’ambiente perfetto per finire in bellezza la giornata. Il viaggio di ritorno è stato spassosissimo: la treenne bestiolina insegnava “Fratelli d’Italia” ai nostri passeggeri, loro tentavano di insegnare a lei qualche parola in spagnolo, lei sorrideva e cominciava con i suoi gramelot, che imitavano ora lo spagnolo, ora il tedesco, ora l’inglese... Non so cosa ricorderanno di questa giornata tra qualche anno, io di sicuro non potrò dimenticarla!

La KeElle

P.S Per amore di cronaca devo dire che un aspetto negativo la mostra lo aveva : le scritte esplicative erano solo in francese e in italiano, avendo accompagnato artisti provenienti da tutta Europa, l’inglese ci sarebbe stato proprio bene.

martedì 11 settembre 2012

Giochiamo a…. falegnami artisti!

Se avete un parente amico falegname fatevi regalare un po’ di scarti, i miei figli si divertono un sacco a costruire di tutto e di più. Le maestre del primogenito perfettino che avevano chiesto di averne un po’ da tenere in classe per intervalli, e pause varie, quando il tempo non consente di uscire, confermano che è il gioco più gettonato.


Se avete tempo e voglia introducete la variante “pericolosa”chiodi e martello, ora so che sarete tutte molto allarmate e vi chiederete se sono pazza…ovvio la vigilanza deve essere stretta, stretta a seconda delle età e della cognizione dei partecipanti al gioco ma il risultato, nel mio caso almeno, è sorprendente. Non è che io sia così incosciente, ma nella splendida Scuola dell’Infanzia (pubblica!) che ha fatto il primogenito perfettino c’è un vero e proprio laboratorio di falegnameria e i bambini ci si divertono un sacco.


Io utilizzo martelli piccolini e per le prime martellate tengo le mie mani sulle loro per dosare forza e precisione (inutile dirvi che il primogenito perfettino è più preciso di me!), poi pian piano fanno da soli. Un giorno oltre al perfettino e alla bestiolina avevo ospiti due amichetti più grandi, volevano costruirsi qualcosa con chiodi e ritagli di legno, purtroppo ci siamo accorti che i chiodi erano troppo corti per la profondità dei pezzettini di legno. Insieme i ragazzi hanno deciso di utilizzare un solo pezzo di legno, chiodi e filo di lana colorata: a turno hanno piantato un chiodo e a turno hanno deciso dove far girare il filo, il risultato mi ha emozionato!



La KeElle.

venerdì 7 settembre 2012

Venerdì del libro: Federico e Matteo.


Tra tutti gli autori che noi Kemate abbiamo incontrato da quando siamo mamme c’è ne è uno che non potevano non amare: due dei suoi libri più belli portano i nomi dei nostri rispettivi primogeniti.


“Federico” (Leo Lionni, della Babalibri) è un topino che non teme troppo il freddo inverno, la storia all’inizio ricorda un po’ quella della cicala e della formica: tutta la comunità è impegnata a lavorare e a fare provviste, Federico sembra assorto in un mondo tutto suo, mentre tutti sono impegnati con le provviste lui raccoglie i raggi del sole, i raggi del sole e le parole. Il bello è che quando l’inverno arriva, dopo essersi rimpinzati di ogni bene, i topini si annoiano e hanno freddo meno male che c’è Federico a scaldarli con i raggi del sole, a incantarli con i colori e le parole.


Anche ne “Il sogno di Matteo” (sempre Leo Lionni, della Babalibri) il protagonista è un topino unico figlio di topini spiantati che sognano per lui un futuro da medico ma che alla domanda “cosa vuoi fare da grande?!” risponde sempre: “Non lo so voglio vedere il mondo!”dopo una visita al museo d’arte con la scuola Matteo scopre che nei quadri c’è il mondo intero e così decide di fare il pittore! Siccome fa il suo lavoro con passione lavora tanto e diventa famoso, quindi alla fine i genitori sono molto contenti della scelta!

Amo questi libri perché di fatto parlano di arte ai bambini, il messaggio mi sembra che sia lo stesso, un artista può essere importante quanto un dottore o un manovale basta fare tutto con passione!
Un ex ministro dell’economia disse un giorno che con la cultura non si mangia, io ovviamente non sono d’accordo e non solo perché ho letto questi due libri.

L'iniziativa il venerdì del libro è del blog di homemademamma.

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la KeElle.

lunedì 3 settembre 2012

Diario di viaggio.

Un giorno all’inizio dell’estate in auto ho sentito un intervista di Carlotta Jesi su Radio Capital. Per chi non la conosce, la Jesi è una giornalista, fondatrice di radiomamma.it e a Marzo scorso è uscito un suo libro dal titolo “Sono andata in vacanza con i figli e sono tornata viva”, sentendola parlare della sua superba organizzazione per i lunghi viaggi che fa con tutta la famiglia mi sono sentita piccola, piccola…Non appartengo alla categoria di genitori che trovano le vacanze con i figli un vero e proprio incubo anzi, le ferie mi danno una dimensione famigliare ideale: si sta tutti insieme e il tempo non è nemico, però io e il KePapà idraulico siamo due pigri. Per motivi di lavoro, da anni facciamo solo una settimana di mare e per comodità andiamo sempre nello stesso posto. In meno di 5 ore arriviamo a destinazione, il mare è bello i bungalow in cui alloggiamo sono sotto una pineta popolata di ghiandaie e scoiattoli, non è un campeggio quindi non c’è animazione, ci sono un sacco di spiagge libere dotate di docce e bagni pubblici oltre che della raccolta differenziata, tutti i ristoranti sono attrezzati anche per i bambini e si mangia e si beve molto bene in moltissimi di questi. Non so come mai, quando mi chiedono dove andate in ferie dire “Eraclea Mare” mi sembra sempre molto riduttivo, quasi pensassi che i miei figli si meritino più “avventura”. In primavera quando il lavoro del Kepapà idraulico diminuisce cerchiamo di fare qualche scappatella un po’ più avventurosa, ma roba da (troppi) pochi giorni comunque.


Per rendere più interessante il nostro consueto viaggio ho rubato un’idea di cui parlava Carlotta Jesi nell’intervista, mi sono armata di un’agenda di recupero, evidenziatori, matite, colla e forbici (rigorosamente tutto in duplice copia!), ho stampato due cartine su cui loro potessero evidenziare la strada che avremmo dovuto fare e via…
Durante il viaggio è stato molto divertente vedere i pargoli che sottolineavano (ognuno a modo suo) le città che stavamo oltrepassando, con vecchi depliant delle agenzie di viaggio poi abbiamo ritagliato e incollato la cartina di Eraclea Mare, le immagini delle spiagge libere e dei percorsi pedonali in pineta, insomma sono stati un bel po’ impegnati. Per dovere di cronaca devo dire che giunti a destinazione l’interesse per il diario di viaggio è andato un po’ scemando, il primo e il secondo giorno hanno attaccato qualche reperto trovato (la bestiolina anche immondizia!), poi erano troppo impegnati, giustamente, a godersi la vacanza.


Direi, però che lo scopo principale era interessarli alla meta intrattenendoli durante il viaggio e per questo devo dire: esperimento riuscito. Ora i diari giacciono nella libreria pieni di ritagli, reperti e buoni propositi ancora da sistemare, hanno pensato di aggiungere anche altri reperti delle loro vacanze, mi hanno spiegato che per loro le ferie non sono solo quella settimana che vanno al mare, sono anche i pochi giorni che andiamo nella casa in montagna dei nonni, o le giornate in piscina in giardino, o i ritrovi con gli amici… insomma vivo in perenne vacanza e non lo sapevo neanche!

La KeElle

venerdì 31 agosto 2012

Venerdì del libro: storie di amicizia


Tra i libri che parlano di amicizia ne ho scelti due che ha amato tutta la famiglia.
Uno (Amici Amici di Helme Heine edizioni EL) ha come protagonisti un maiale, un topo e un galletto che ogni giorno affrontano qualche avventura e si giurano amicizia eterna, la storia è semplice, carina ma quello che colpisce di più sono le illustrazioni: vera poesia.


L’altro testo “Troppo rumore” di Max Velthuijs edizioni AER, parla di due vicini di casa un elefante e un coccodrillo che litigano a causa del rumore che uno produce con la sua tromba e l’altro con il suo violino, per farsi dispetto invece che suonare fanno rumore con qualunque cosa arrivando a distruggere il muro che separa le loro abitazioni. Fino a qui non è una storia fantastica ma è la routine di molti condomini.

Il messaggio importante arriva dopo, dai due che si accorgono di aver esagerato e pensano a come riappacificarsi e unire le loro passioni (pura fantascienza insomma!). Coccodrillo ed Elefante si siedono a bere un the e a parlare decidono di suonare insieme eseguono bellissimi duetti, diventano famosi e non hanno nemmeno più bisogno di ricostruire quella parete che li divideva... molti adulti dovrebbero leggere e imparare qualcosa dai libri per i bambini!

L'iniziativa il venerdì del libro è del blog di homemademamma.

la KeElle.

mercoledì 29 agosto 2012

Oggi giochiamo a…costruire una capanna!

Nella top ten dei giochi più amati da me e dai miei cugini quando eravamo piccoli (e dai nostri figli ora!), c’è sicuramente quello costruirsi una capanna. I miei figli ne hanno fatte di tutti i tipi: senza preoccuparsi troppo degli “accessori della casa” salgono sui platani che il KeNonno Elettricista da sempre tiene con il tronco basso ( dicesi “taglio a sgamollo”così si vede che sono laureata in Scienze Forestali e Ambientali!) proprio per i bambini che ci vogliono salire.


Costruiscono bassissimi rifugi servendosi di seggioline teli e asciugamani.


Ovviamente la nostra famiglia come al solito doveva esagerare, così un giorno in cui avrei potuto pulire a fondo la cucina mi è “toccato” scendere in giardino ad aiutare i piccoli a costruire una “casa” tutta e solo per loro, abbiamo iniziato con un telo di una vecchia tenda da campeggio e poco altro, poi è arrivato un amichetto, li ho lasciati fare e la cosa mi è un po’ sfuggita di mano: da semplice casa è diventato un accampamento.




Quando ho trovato le casette di plastica vicino al “rifugio” ho detto loro che era facile utilizzare case già fatte, mi hanno risposto che una era il soppalco e l’altra il bagno (e ci hanno fatto davvero pipì dentro!) e che per motivi di sicurezza avevano dovuto utilizzare i prefabbricati, come dar torto a tanta serietà nella progettazione?!

La KeElle

venerdì 20 luglio 2012

Venerdì del libro: esperimenti in cucina.

Nella mia missione al Salone del libro, di ormai parecchio tempo fa avevo fatto scorta di un po’ di libri per bambini (i compleanni nei mesi di maggio e giugno si moltiplicano spaventosamente, viene quasi da pensare che i miei conoscenti si riproducano solo nel mese di agosto!), ad una nipotina che compiva quattro anni e a cui piace pasticciare in cucina ho regalato “Esperimenti pop-up in cucina” di Agostino Traini, Editoriale Scienza.


Dopo la festa a tarda sera sono stata chiamata dalla mamma preoccupata perché doveva leggere parole che non conosceva “…e cosa sarebbe la Gagaplocia?” mentre era al telefono poi la piccola aiutata dal fratello più grande ha iniziato un concerto con bicchieri pieni d’acqua, mestoli di legno, coperchi e pentole, l’ispirazione l’avevano presa dal libro… con una scusa mi sono congedata, giuro che nel mio regalo non c’era malizia, avevo visto un sacco di esperimenti interessanti e alla fine cosa c’è di più belli dei bimbi di imparare sperimentando?

Nel libro sono presenti alcuni esperimenti del testo recensito qualche tempo fa (Le astuzie della chimica. Esperimenti facili e divertenti. Editoriale Scienza) ma la tecnica pop-up li rende più comprensibili anche dai più piccolini.

Il libro è perfetto per i genitori-bambini che amano pasticciare o per fare un dispetto a mamme troppo fissate con la pulizia!

L'iniziativa il venerdì del libro è del blog di homemademamma.

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La KeElle.

martedì 17 luglio 2012

Oggi giochiamo a…alla famiglia!


Appena svegli il primogenito perfettino è un vulcano di idee e sentendo la bestiolina che si lamentava perché voleva la poppa si è affrettato a proporle di giocare insieme con le bambole. Io ero contentissima, primo perché dopo quasi tre anni il mio seno chiede riposo, secondo perché vederli giocare insieme è sempre uno spettacolo, naturalmente non hanno deluso le mie aspettative e anzi hanno fatto un divertentissimo siparietto che dovrei chiedere loro di ripetere ogni volta che voglio fare pubblicità al negozio Kemate.


I bambolotti sono stati tutti dotati (anche quelli di stoffa con vestiti che non si possono sfilare!) di pannolino lavabile, sono stati lavati asciugati e messi a riposare su un cuscino Kemate, poi era ora di uscire così mentre la piccola si impadroniva della carrozzina il grande ha fatto il papà moderno e si è armato di fascia!!!


La KeElle.

venerdì 13 luglio 2012

Venerdì del libro: i sassi raccontano

Oggi vi presento un libro che avevo letto tanto tempo fa in biblioteca e mai più ritrovato, “Da lontano era un'isola" di Bruno Munari, Corraini editore. Mi è venuto in mente scrivendo il post dell'altro giorno sui 10 modi di utilizzare i ciottoli, ma sinceramente l'ho sfogliato da troppo tempo e non posso andare nel dettaglio, l'autore ci porta in un mondo di sassi e delle storie fantastiche che racchiude ogni sasso se solo siamo capaci prima a raccoglierlo e poi ad ascoltarlo.


Munari racconta le sue storie: il primo sasso che trova da lontano gli sembra un'isola con castello, da qui il titolo del libro, nelle pagine successive compaiono altri personaggi di pietra e numerosi suggerimenti per volare di fantasia, come quello di unire i sassi attraverso una linea bianca e costruire un'immaginaria barriera che solo l'osservatore esperto non vorrà attraversare.
Il mio suggerimento è di leggerlo prima di andare a fare una passeggiata sulla spiaggia o in montagna e di munirsi di un secchiello per raccogliere sassi e scoprire le loro storie, si apriranno nuovi fantastici mondi.

Buona raccolta.

KeAle.


L'iniziativa il venerdì del libro è del blog di homemademamma.

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