lunedì 17 settembre 2012

Cronaca di una avventura culturale. Atto secondo.

Ogni anno dal 2007 ospitiamo per dieci giorni tra agosto e settembre, artisti stranieri che partecipano al Simposio Internazionale di Arte Contemporanea, organizzato dalla Proloco di Occhieppo Inferiore (BI). Ospitare spesso persone provenienti da diversi angoli della terra è un bel modo per far vedere il mondo ai miei figli senza muoversi da casa.

Il programma dell’evento prevede che gli artisti lavorino tutto il giorno, ogni sera c’è un appuntamento diverso (famoso quello in cui sono gli artisti a cucinare la cena!), e una giornata è dedicata a far visitare agli ospiti qualcosa di carino presente nei dintorni. Quest’anno gli organizzatori avevano pensato di andare ad Aosta per la mostra di Kandinsky, dopo l’entusiasmo che aveva accompagnato la visita alla mostra “I Giganti dell’avanguardia” abbiamo approfittato dell’occasione ghiotta e, io la bestiolina, il primogenito perfettino e il nipote sapone (come lo chiamiamo noi perché vuol sapere tutto!) ci siamo accodati. Il viaggio di andata non è stato dei più semplici nel tentativo di risparmiare un po’ non abbiamo fatto l’autostrada e la statale oltre che più lunga era più tortuosa, la bestiolina e il primogenito perfettino non ne potevano più dal caldo e il nipote sapone era un po’ intimorito dagli strani soggetti (un’ungherese che vive in Francia, un ungherese che parlava spagnolo e uno spagnolo che tifava Real Madrid e non Barcellona!) che occupavano i restanti tre posti della KeAuto.

Quando finalmente siamo arrivati ad Aosta però abbiamo subito capito che sarebbe stata una giornata speciale: non c’era neanche una nuvola e l’aria era frescolina, la bestiolina si era risvegliata dal pisolino in auto di ottimo umore, i cuginetti fremevano per la mostra. Il centro di Aosta è molto carino e non me lo ricordo mai, i bambini erano entusiasti di tutti i “reperti” romani che riuscivano a intravedere e delle tegole (biscotti tipici aostani) che offrivano loro. Quando siamo arrivati alla mostra abbiamo ricevuto una piacevolissima sorpresa: il prezzo del biglietto era di soli 5 euro e i ragazzi fino a 18 anni non pagano (così al ritorno ci siamo potuti permettere l’autostrada!), la prima sala che abbiamo visitato ha entusiasmato i bambini perché vi era un pianoforte a coda che sembrava suonato da un fantasma, invece, mi hanno spiegato seri, era guidato da un computer. In ogni sala il gioco che facevamo era lo stesso si guardavano tutti i quadri e ognuno diceva quale era il suo preferito e a cosa gli faceva pensare, subito il primogenito perfettino era un po’ deluso che non ci fosse una guida audio con cuffiette che tanto gli era piaciuta alla scorsa mostra, ma poi si è lasciato prendere dal gioco. Alla bestiolina piacevano tutti i quadri e aveva una spiegazione fantasiosa per ognuno, i maschietti invece avevano preso la cosa seriamente e parlavano da veri critici d’arte.

Terminata la visita ai quadri di Kandinsky una amichetta ci ha comunicato che c’era anche da vedere un bellissimo museo al piano di sotto, naturalmente non ce lo potevamo perdere: era il museo archeologico. Ora non so dirvi cosa sia piaciuto di più ai tre pupi, sei i colori e le forme fantastiche dei quadri di Kandinsky o i vari reperti tra cui è rimasta particolarmente impressa un antichissima spada in ferro, pettini e gioielli di un tempo passato (molto passato).

Abbiamo proseguito la giornata con un pic-nic all’area verde del castello di Fenis, il cielo continuava ad essere molto limpido, l’aria fresca, l’ambiente perfetto per finire in bellezza la giornata. Il viaggio di ritorno è stato spassosissimo: la treenne bestiolina insegnava “Fratelli d’Italia” ai nostri passeggeri, loro tentavano di insegnare a lei qualche parola in spagnolo, lei sorrideva e cominciava con i suoi gramelot, che imitavano ora lo spagnolo, ora il tedesco, ora l’inglese... Non so cosa ricorderanno di questa giornata tra qualche anno, io di sicuro non potrò dimenticarla!

La KeElle

P.S Per amore di cronaca devo dire che un aspetto negativo la mostra lo aveva : le scritte esplicative erano solo in francese e in italiano, avendo accompagnato artisti provenienti da tutta Europa, l’inglese ci sarebbe stato proprio bene.

2 commenti:

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